A Torino polemiche per il bar con consumazione a tempo. Ma cosa dice la legge?

14/11/25

Pubblicato su Italia a Tavola, Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
Novembre 2025


A Torino un cartello del Bar Novanta che fissa i minuti concessi per caffè e aperitivi ha acceso il dibattito tra diritto, buonsenso e ospitalità. L'esperto legale Alessandro Klun spiega che la pratica è legittima solo se comunicata con chiarezza, mentre il maestro di Bon Ton Alberto Presutti invita a non perdere di vista il piacere dell'accoglienza.

Bon Ton e accoglienza: l'equilibrio tra rispetto e piacere

Il tema, però, non si esaurisce nelle regole. C'è anche una questione di stile, di accoglienza e di misura. Ne abbiamo parlato con Alberto Presutti, maestro di Bon Ton dell'ospitalità, che guarda la vicenda da un'altra angolazione: quella del piacere di stare a tavola, o meglio, al tavolino. «Sicuramente è un modo imperativo e poco rispettoso delle esigenze dell'Ospite - osserva. In un bar o in una pasticceria, il momento del caffè dovrebbe essere un piccolo spazio di piacere e relax. Se diventa cronometrato, si perde il senso stesso dell'esperienza: non ci si gode più la fragranza di una brioche o l'aroma del caffè, ma si finisce per controllare l'orologio. È un po' come i doppi turni nei ristoranti, che spesso creano più tensione che organizzazione».

Presutti invita però - come fatto anche da Klun - a un equilibrio reciproco, perché anche il cliente ha un ruolo nel rispetto dei tempi di un locale. «Se si prende un tavolino per un caffè e si resta seduti per ore, è evidente che qualcosa non funziona. Ci vuole sintonia tra chi serve e chi viene servito: può bastare un richiamo gentile del personale, magari facendo presente che ci sono altre persone in attesa. Non serve un cartello, basta il buon senso e un tono cortese».


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