"Menu cieco", tra Bon Ton e parità: il caso Boeucc divide l’opinione pubblica

12/11/25

Pubblicato su Italia a Tavola, Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
Novembre 2025


Il ristorante milanese ha deciso di portare in tribunale la scrittrice Tea Hacic dopo che questa ha pubblicamente accusato il locale di sessismo a causa del cosiddetto "menu cieco". Ma è davvero una scelta discriminatoria? O piuttosto di una forma di riservatezza volta a tutelare la privacy dei clienti?

Un gesto di cavalleria che i tempi hanno superato

Sul tema interviene anche Alberto Presutti, Maestro di Bon Ton dell’Ospitalità e collaboratore di Italia a Tavola, che invita a distinguere tra il valore simbolico e l’impatto reale di questa tradizione. «Teoricamente, il menu senza prezzo andrebbe consegnato alle donne solo quando non sono da sole, cioè quando sono accompagnate da un cavaliere, per usare un termine classico. L’intento è quello di evitare imbarazzi legati alla scelta del piatto più costoso e di permettere alla signora di scegliere liberamente ciò che preferisce, senza dover considerare le possibilità economiche del proprio accompagnatore. È un modo gentile e delicato di gestire la situazione, che nasce da un gesto di attenzione e galanteria.

Naturalmente, non tutte le donne lo apprezzano, e questo dipende molto dalla sensibilità personale. A una donna sola non avrebbe senso consegnare un menu privo di prezzi, così come non sarebbe opportuno farlo in una cena tra sole donne. Tuttavia, ci sono situazioni particolari - come un compleanno o una cena romantica - in cui la discrezione può essere gradita, sempre valutando caso per caso». «Credo - conclude - che si tratti di un gesto di cavalleria che i tempi hanno in gran parte superato. Oggi la ricerca della parità tra uomo e donna rende più appropriato consegnare a entrambi lo stesso menu, con i prezzi ben visibili. Tuttavia, in alcuni contesti particolari, come i ristoranti pensati per coppie o per cene a lume di candela, questo tipo di attenzione può ancora essere percepito come un segno di stile e romanticismo, purché non venga imposto ma scelto liberamente».


Avanti
Avanti

Dalla cortesia all'indifferenza: perché la sala è diventata l'anello debole della ristorazione